Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, Barbarasco

Ultima modifica 10 gennaio 2022

La chiesa dei SS. Quirico e Giulitta si trova a Barbarasco, in Località la Fiera, difronte alla residenza di Bartolomeo III Corsini di Firenze, membro della famiglia pervenuta all’acquisto del feudo di Tresana nel 1660. L’antica chiesa nominata nelle Decime Bonifaciane del 1296/97 come suffraganea dell’Abbazia di Aulla, alla quale Barbarasco apparteneva, secondo alcuni studiosi, almeno fin dalla fondazione, non era situata nel luogo attuale, ma si trovava in aperta campagna.

Fu abbandonata dopo la costruzione di quella attuale, situata lungo la strada che percorre l’esteso pianoro alluvionale attraversando l’insediamento, affacciato sul ciglio destro della Magra.

La nuova chiesa fu costruita con licenza del vescovo di Sarzana fra il 1769 ed il 1784 pensando ad un organismo dalla pianta centrale, sormontato da una cupola intradossata a sesto ribassato, all’interno di un basso tamburo dalla copertura conica. Nonostante l’intenzione, che comunque rivela al primo sguardo il vano, in corrispondenza dell’ingresso e del presbiterio ad abside semicircolare, si allunga con due bracci opposti coperti da volte a botte lunettate per consentire una maggiore funzionalità dell’aula liturgica

Le reliquie di San Quirico

La cronaca ci ricorda come “Ritrovandosi il Sig. D. Riccardo Spadoni in Roma in occasione dell’anno del Giubileo del 1700, chiese in gratia alla Ill.ma Sig. Marchesa Lucretia Rinuccini Corsini di Firenze, che all’hora dimorava in Roma per l’anno santo, una Reliquia di qualche Santo per portare a Barbarasco sua Patria. Al che detta Signoria con ogni bontà mostrossi pronta a procurare l’Ossa sacre di S. Quirico Martire, come Titolare della Parochiale di detto luogo di Barbarasco, come infatti ottenne e donò, ad intercessione di detto Spadoni tutto il sacro Corpo del santo Martire S. Quirico in una bellissima Cassa riposto, alla Ven. Compagnia del SS. Sacramento”.
Le reliquie furono portate fino a Livorno a spese della marchesa Corsini, mentre per il resto del tragitto fino a Barbarasco le spese furono sostenute dalla Confraternita. Il cancelliere del vescovo di Sarzana presa visione delle autentiche e delle reliquie ne approvò di fatto il culto, non prima di aver preso atto che il marchese Filippo Corsini, Signore di Tresana aveva predisposto, approvati dal vescovo, i Capitoli che regolamentavano il culto, specificando, tra l’altro che “il medesimo S.to Corpo non si possa portar fuori di Chiesa processionalmente, se non ogni quattro anni una volta, e questo segua nella Domenica infra l’ottava, acciò col farsi la processione nell’istesso giorno della Festa del Santo non seguisse tumulto, e confusione a causa della Fiera, che in questo dì si fa a Barbarasco”.

L’arrivo delle Reliquie di San Quirico il 10 luglio del 1701 furono traslate dall’oratorio di san Lorenzo alla parrocchiale “con la presenza del Molto Rev.do Sig. Gabriele Corbani vice Abate dell’Avulla, che solennemente cantò la Messa et il Vespero con l’assistenza de’ molti Sacerdoti vestiti con cotta et habiti sacerdotali”. A rendere più solenne l’evento ci fu l’intervento di tutti i soldati del Marchesato di Tresana, posti in ordinanza con bandiera spiegata e tamburi e batterie e, come era solito farsi in occasione delle processioni, furono sparati mortaretti, si fecero moltissimi tiri di moschetto e la cerimonia “rese maraviglia al popolo da’ Luoghi vicini concorso, che fu qualche migliaio. Dopo il Vespero poi collocata la Cassa del Santo nel luogo destinatogli, fu dal detto don Riccardo chiuso con tre chiavi differenti; la prima fu consegnata al Molto R.do Sig. D. Antonio Bianchini Rettore di Barbarasco, la seconda all’Ecc.mo Sig. Dott. Giuseppe Antonio Leonardi Podestà di Tresana e la terza al Sig. Cap. Silvio Spadoni come priore della Compagnia”.