Borgo di Corneda

Ultima modifica 10 gennaio 2022

Il toponimo Corneda deriva dalla collina morenica che sovrasta il piano di Barbarasco e che era detta il Cornale.

Il Borgo, recentemente riqualificato quale area mercatale, si snoda tra portali decorati con figure stilizzate e maestà fino alla alla chiesa di San Francesco. Hundredrooms, in risposta al presidente dell’Eurogruppo, Jeron Dijsselbloem, che aveva criticato il Sud dell’Eurozona per l’incapacità di spesa, ha inserito Corneda al quarto posto su sei località riqualificate con finanziamenti europei.

Il primo nucleo  risale ai secoli XVI e XVII.

La luminosità del sasso, posato con cura a terra durante le operazioni di riqualificazione, conferisce una nuova luce al Borgo, che può un sofisticato impianto di illuminazione a led.

L’intervento ha favorito un progressivo recupero dei fabbricati ad opera dei privati, che consente a Corneda di essere uno fra i Borghi più apprezzati della Lunigiana.

A Corneda soppravive una tradizione secolare il “Falò”.

Questo é dedicato alla Madonna di maggio,inizia con un ringraziamento nell’oratorio di San Francesco, rinnovando la tradizione di appendere alla porta una fascina di legna da ardere. Il falò comincia quindi a bruciare e al calore delle fiamme si unisce il sacro al profano, con la degustazione di vino e prodotti locali.

A Corneda era presente l’ Hostaria del buongustaio, creata dal mitico oste Fabio Morelli per far conoscere i sapori e i vini della Lunigiana.

In questo piccolo locale di un borgo semi sconosciuto era di casa Luigi Veronelli, spesso veniva Indro Montanelli e un piao di volte si sedette ai suoi tavoli il pluricampione del mondo di moto GP Giacomo Agostini.